Le Nuove Botteghe Umanistiche

Gli Ambienti di Studio, Progettazione e Sviluppo, dove trasformiamo «oggetti» inerti e irrelati in «strumenti» di metodo per studiare, con la scienza, le soluzioni e le regole della narrazione artistica, per indagare l’architettura di capolavori immortali, per esplorare la rete delle correlazioni tra le innumerevoli varianti di modelli archetipici, e per scoprire i meccanismi narrativi e compositivi condivisi tra opere distanti tra loro nello spazio, nel tempo, e nelle forme espressive.

I Progetti della Bottega Shakespeare and Co.

I Progetti della Bottega Shakespeare and Co.

Shakespeare in Mind

Un laboratorio di narrazione, scrittura poliespressiva e messa in scena sotto la guida virtuale di William Shakespeare

– per indagare le forme della scrittura drammaturgica e della messa in scena lavorando sull’opera del maestro dei maestri e su quella dei grandi interpreti che hanno studiato soluzioni eccezionali per portarla in teatro e sullo schermo, rispettandone e valorizzandone le soluzioni con adeguate invenzioni sceniche,

– per studiare da più prospettive e scena per scena capolavori che sono diventati gli archetipi narrativi con cui ogni autore deve confrontarsi per farne oggetto di variazioni implicite o esplicite; gli oggetti ideali per ricavare insegnamenti metodologici universali e realizzare Sistemi di Studio Reticolare adeguati a ridare voce a Shakespeare, in veste di maestro degli autori del futuro.

Shakespeare in Mind

Un laboratorio di narrazione, scrittura poliespressiva e messa in scena sotto la guida virtuale di William Shakespeare

– per indagare le forme della scrittura drammaturgica e della messa in scena lavorando sull’opera del maestro dei maestri e su quella dei grandi interpreti che hanno studiato soluzioni eccezionali per portarla in teatro e sullo schermo, rispettandone e valorizzandone le soluzioni con adeguate invenzioni sceniche,

– per studiare da più prospettive e scena per scena capolavori che sono diventati gli archetipi narrativi con cui ogni autore deve confrontarsi per farne oggetto di variazioni implicite o esplicite; gli oggetti ideali per ricavare insegnamenti metodologici universali e realizzare Sistemi di Studio Reticolare adeguati a ridare voce a Shakespeare, in veste di maestro degli autori del futuro.

Il Laboratorio è nato con lo scopo di realizzare una serie di strumenti innovativi per favorire lo studio sistematico dell’opera di William Shakespeare, per consentire cioè agli utenti di entrare nella mente creativa di un maestro che ha influenzato non solo tutti gli autori di teatro, ma più in generale ogni narratore che ne abbia conosciuto l’opera; persino quelli che dicono di non amarlo.

In questo Laboratorio ideiamo e costruiamo Sistemi di Studio Reticolare e altri servizi affinché possiate apprendere la lezione del più grande autore di teatro attraverso i suoi capolavori, possiate studiare come metterli in scena e possiate ricavare da essi insegnamenti metodologici universali per poter raccontare voi stessi, meglio, qualunque storia attraverso le forme espressive del teatro di prosa. Grazie a quanto realizzeremo in questo Laboratorio avrete tutto ciò che vi occorre per riflettere sui rapporti tra la scrittura drammaturgica e la messa in scena teatrale, e inoltre per scoprire le relazioni implicite fra l’opera teatrale immortale di Shakespeare e quella di chi ne ha realmente appreso gli insegnamenti.

Per comprendere il senso di un Laboratorio dedicato completamente a Shakespeare domandatevi da chi vorreste imparare a raccontare bene una bella storia, a scriverne il progetto e articolarlo fino a metterla in scena utilizzando tutte le forme espressive del teatro di prosa proprio come hanno fatto i più grandi interpreti. Preferireste imparare da qualcuno che conosce solo quel che ha appreso attraverso la sua esperienza personale? O invece dal più grande narratore, ispiratore di ogni grande artista, che ha raccolto l’eredità della tradizione classica e l’ha ulteriormente sviluppata per farla giungere sino a noi e farla vivere per sempre?

Questo Laboratorio è stato pensato per studiare l’opera di Shakespeare nelle sue interne ed esterne correlazioni, per scoprire e apprendere le soluzioni che l’hanno resa immortale, capace cioè di superare ogni confine – geografico, storico e culturale – e di parlare ad ogni nuova generazione mediante una straordinaria rappresentazione di quei sentimenti universali che attraversano le storie di ogni tempo e luogo. Lo abbiamo creato apposta per arrivare a comprendere come Shakespeare riesca a indagare i segreti dell’animo umano e a rappresentarli come fiabe meravigliose da riraccontare in innumerevoli varianti e forme espressive. Ma soprattutto per poter costruire strumenti adatti per consentire anche a voi di apprendere tutto quello che estraiamo dal più grande giacimento di soluzioni narrative ed espressive che il teatro di prosa abbia mai avuto a disposizione.

A tutti coloro che sono ansiosi di avere a disposizione quanto realizzeremo in questo Laboratorio chiediamo: anziché domandarvi inutilmente come rendere moderno Shakespeare, domandatevi piuttosto se ne avete compreso la complessità, se le vostre interpretazioni hanno colto anche solo una parte della ricchezza dei suoi testi. Prima di provare a riraccontarne le storie vi suggeriamo di apprenderne i suoi straordinari insegnamenti.

I Sistemi di Studio che rilasceremo da questo Laboratorio vi aiuteranno anzitutto a ricavare, dall’opera narrativa forse più complessa mai realizzata dall’uomo, i principi di narrazione in essa presenti che la rendono un modello ideale per imparare a raccontare storie immortali.

Mentre lavoriamo sull’opera di all’opera di Shakespeare ci chiediamo e vi chiediamo come può, un progetto o una messa in scena, acquisire quelle caratteristiche che la rendano un classico proprio come lo è l’opera di Shakespeare, che può essere rappresentata ovunque e in ogni tempo, ed essere compresa e amata da ogni uomo.

Quello che studiamo e realizziamo in questo Laboratorio vi aiuterà a scoprire non cosa c’è di «moderno» in Shakespeare ma cosa c’è di «classico», non cosa c’è di attuale ma di universale; e così potrete farvi le stesse domande a proposito di ogni racconto, anche contemporaneo, esaminandolo per capire se possieda le qualità per sfidare il precoce invecchiamento delle mode, delle ideologie, dei fenomeni di costume.

Studiando l’opera di Shakespeare abbiamo compreso da tempo che non c’è bisogno di ambientare Hamlet in un grattacielo di New York affinché il pubblico si senta più vicino alle vicende del protagonista, occorre invece capire e far capire, ad esempio, le complesse ragioni per cui il principe Amleto indugia per tutto il testo nell’attuare la vendetta che gli è stata richiesta dal padre. Shakespeare non invecchia, ma invecchiano i cattivi adattamenti e le riduttive sovrainterpretazioni ideologiche che lo vogliono trasformare in un profeta della contemporaneità. Shakespeare ci sopravvive perché quello che racconta è ciò che vi è di più profondo e invariante nel comportamento umano dall’alba dell’uomo, ed è in grado di farlo utilizzando al meglio il linguaggio universale dell’arte.

Per questo motivo lo abbiamo adottato come maestro per eccellenza da cui apprendere insegnamenti universali di teatro e di narrazione.

Con questo Laboratorio intendiamo infatti indagare come un grande autore riesca a riscrivere per il teatro storie leggendarie preesistenti in forma letteraria, orale e scritta, e le renda dei capolavori immortali adottando un tipo di scrittura che funziona paradossalmente altrettanto bene sia autonomamente – come se si trattasse di romanzi da leggere – che come progetto che richiede di essere messo in scena attraverso soluzioni adeguate di grandi registi.

La scrittura shakespeariana costituisce, infatti, uno di quegli oggetti straordinari da cui, ancora a distanza di secoli, qualunque autore e regista di teatro si sente stimolato a ricercare ed elaborare soluzioni degne della complessità dei testi, che incoraggiano trasposizioni poli-espressive, ma non rendono facile il compito agli inesperti: ogni regista sa, ad esempio, che per mettere in scena Hamlet integralmente occorrerebbe non solo prevedere un tempo superiore a quello che il pubblico di norma è disposto a concedere alla fruizione di un solo spettacolo, ma anche inventare delle soluzioni per quanto riguarda le azioni dei personaggi sulla scena che non costituiscano semplicemente la replica ridondante delle informazioni già presenti nei dialoghi e monologhi scritti da Shakespeare. Perciò, come accade da secoli, occorre riscrivere le scene decidendo cosa far dire e cose far fare agli attori sulla scena, rispettando la precisa articolazione narrativa, l’intreccio perfetto che dosa scena per scena, con una suspense irrinunciabile, le informazioni che i personaggi e il pubblico vengono a scoprire al momento giusto.

E a proposito di questo, il Laboratorio permette di identificare tutte le soluzioni narrative con cui Shakespeare fa funzionare i suoi capolavori e di misurarne l’efficacia scena per scena da una molteplicità di prospettive, le stesse con cui Shakespeare le ha ideate tenendo conto del labirinto narrativo da lui creato.