Le Nuove Botteghe Umanistiche
Gli Ambienti di Studio, Progettazione e Sviluppo, dove trasformiamo «oggetti» inerti e irrelati in «strumenti» di metodo per studiare, con la scienza, le soluzioni e le regole della narrazione artistica, per indagare l’architettura di capolavori immortali, per esplorare la rete delle correlazioni tra le innumerevoli varianti di modelli archetipici, e per scoprire i meccanismi narrativi e compositivi condivisi tra opere distanti tra loro nello spazio, nel tempo, e nelle forme espressive.
I Progetti della Bottega NeverNeverLand
I Progetti della Bottega NeverNeverLand
3. Studiare i mondi fantastici nati dalla collaborazione tra un grande autore e il suo piccolo lettore ideale
In questi Laboratori conduciamo uno studio sistematico, a più livelli e da più prospettive, dei «racconti a mappa», ovvero dei racconti ambientati in luoghi fantastici che, grazie alla capacità elaborativa di grandi cantastorie e di piccoli ascoltatori, sono diventati teatri di storie leggendarie.
A tale scopo prendiamo qui in esame, racconto per racconto e scena per scena, alcuni classici della narrazione per l’infanzia resi immortali dalle straordinarie abilità dei loro autori, maestri della «narrazione poliespressiva».
Questi «racconti-modello», generando serie di storie potenzialmente inesauribili, raccontano le gesta di un piccolo eroe, indispensabile compagno dei viaggi e delle avventure incredibili che agitano i sogni della nostra infanzia.
Nessuno di questi racconti ha mai smesso di ispirare nuove favole e fiabe, riscritture e messe in scena, che da allora accompagnano la crescita delle nuove generazioni di ogni tempo e luogo.
Gli stessi autori, avendo compreso di star creando – insieme a uno specifico «episodio» – anche un universo inesauribile di racconti, hanno finito per costruire, intorno al medesimo personaggio e al suo mondo, una «saga» immortale. Così, attraverso la saga, essi hanno potuto moltiplicare il numero dei protagonisti ricorrenti e sviluppare numerose storie tra loro intrecciate, ordinabili sia sequenzialmente che reticolarmente, come episodi percorribili in ordine di edizione oppure attraverso i rimandi interni alle storie stesse; e ognuno di questi episodi sviluppa possibilità narrative offerte dal modello logico condiviso. Non è un caso infatti che in questi racconti siano presenti, materialmente o idealmente, delle «mappe» che disegnano il mondo di questi personaggi e creano luoghi mitici da cui prendono avvio le storie che li riguardano. Basti pensare alla mappa dei “Giardini di Kensington” e a quella dell’ “Isola che non c’è”, che identificano i luoghi fatati teatro delle gesta di Peter Pan e dei suoi compagni di giochi; o ancora alla mappa del “Bosco dei 100 acri” in cui si visualizzano i luoghi delle imprese del piccolo Christopher Robin e dei suoi amici abitanti del bosco dei 100 acri; o infine alle tavole-mappe delle edizioni in grande formato delle “Storie di Babar l’elefantino”, che la voce narrante – letteraria – ci invita ad esplorare.
In questi racconti viene rappresentato anche quel rapporto fecondo tra «adulti non del tutto cresciuti» e «bambini cresciuti troppo in fretta», da cui prendono vita i capolavori che più amiamo: James Barrie e i piccoli Davies sono un esempio di questa straordinaria collaborazione, così come lo sono Lewis Carroll e Alice Liddell, o Jean e Laurent De Brunhoff padre e figlio, o ancora Alan Alexander Milne e suo figlio Christopher Robin. Queste relazioni reali si intrecciano con le relazioni immaginarie tra i piccoli eroi protagonisti – doppi dei piccoli coautori – e i loro alter-ego fantastici che li invitano ad esplorare i luoghi straordinari dei «Paesi delle meraviglie», pieni di sfide particolarmente adatte per intraprendere nuove imprese degne di essere raccontate. Il successo di questi capolavori si spiega infatti anche per la compresenza, nel testo, tanto del punto di vista degli «autori adulti» quanto di quello dei «coautori bambini» che cooperano nell’elaborazione dei racconti e che finiscono spesso per essere rappresentati in essi come «protagonisti» attraverso dei ben riconoscibili «doppi finzionali».
Questi racconti sono «straordinari» anche per il fatto che coinvolgono, nell’elaborazione, «più artisti» o altrimenti «artisti polivalenti»; in tutti questi casi vi è infatti bisogno di una scrittura insieme letteraria e visiva: quella di un romanziere e quella di un pittore; oppure quella di un «romanziere-pittore»; occorre cioè il lavoro «a più mani» di diversi autori che hanno deciso di dedicare la loro arte – o parte di essa – all’infanzia: Barrie e Rackham per Peter Pan nei giardini di Kensington, Barrie e Bedford per Peter e Wendy, Carroll e Tenniel per Alice nel paese delle meraviglie, Jean e Laurent De Brunhoff entrambi scrittori e disegnatori della saga di Babar l’elefantino, Milne e Shepard per le storie dell’orsetto di pezza Winnie the Pooh, Beatrix Potter ideatrice, scrittrice e disegnatrice del mondo immaginario di Peter Coniglio e dei suoi amici.
Gli stessi racconti hanno dato vita a spettacoli teatrali e musicali, balletti film e serie televisive che hanno richiesto riscritture anche al di là di quelle previste dagli autori, facendo entrare nel team dei co-autori e collaboratori musicisti coreografi registi e attori che nel tempo sono entrato a far parte dell’universo narrativo di questi racconti per mantenerli vivi e continuare a diffonderli anche grazie ai nuovi media. Se la serie dedicata all’orsetto ha avuto una nuova vita entrando a far parte dei progetti voluti da Walt Disney e seguiti dall’ultimo team formato dal maestro, le storie di babar l’elefantino hanno avuto da subito una versione musicale e orchestrale ad opera di Francis Poulenc e Jean Françaix e poi adattamenti audiovisivi con una serie televisiva e alcun film di animazione prima di finire ridotte e maltrattate dalla cultura di massa. La saga di Peter Pan ha avuto lunga fortuna nel teatro dando seguito alla messa in scena seguita dallo stesso Barrie anche se cambiando le musiche e la drammaturgia con risultati non sempre all’altezza della prima versione ma coinvolgendo a volte grandi artisti; poi è stata adotta dal cinema che con Disney e Spielberg ha continuato a crescere su se stessa nonostante pessimi adattamenti per la televisione. Alice nel paese delle meraviglie ha avuto molta fortuna nel cinema con molti adattamenti spesso non particolarmente elaborati fino alla versione Disney ma continua ad essere un progetto molto ambito su cui cimentarsi per messe in scena visionarie. Le storie di Beatrix Potter hanno avuto un attenzione dal parte del teatro e del balletto quando il grande coreografo Frederick Ashton ne ha fatto uno spettacolo che è entrato nei programmi dei teatri e ora è disponibile come film musicale.
Ognuno di questi racconti fiume può essere studiato nelle sue articolazioni narrative, ovvero nei diversi «episodi» che compongono la «saga»; ma anche nelle «varianti», riprese, riscritture che altri autori – autorizzati e non – hanno compiuto sfruttando le potenzialità insite in quei progetti, i cui mondi e i cui personaggi tanto sfaccettati consentono insospettabili ulteriori sviluppi. Basta consultare le bibliografie, videografie e teatrografie sul tema (o impostare una ricerca attraverso tutte le categorie mediali di un grande distributore online di libri, video, e vari contenuti digitali) per scoprire quante nuove «varianti» e quante differenti «edizioni» esistano delle storie di Peter Pan, di Alice, di Babar, di Winnie Pooh.
Questi racconti-modello mettono in moto sia la capacità elaborativa dell’autore che quella del lettore, il quale viene così ispirato a ricercare e a praticare un tipo di narrazione non meno complessa e sofisticata. Questi libri labirintici sono dunque il perfetto materiale di studio per una didattica non pedagogica e non ideologica, che voglia aiutare i ragazzi a sviluppare capacità elaborative ragionando intorno alle possibilità di gioco insite nei modelli narrativi sottesi ai capolavori che questi autori sono stati capaci di ideare.
Babar, un elefantino in famiglia. Jean e Laurent De Brunhoff o l’arte di raccontare storie che fanno venir voglia di diventare artisti.
Questo progetto è dedicato a Jean e Laurent De Brunhoff e agli altri grandi narratori di storie di animali virtuosi esploratori del complicato mondo degli uomini. Raccogliendo gli insegnamenti della tradizione favolistica di storie di animali dalla doppia natura umana e bestiale, Jean De Brunhoff rinunciò alla sua carriera di pittore per diventare un narratore multiespressivo, letterario e visivo, anzitutto per essere il cantastorie dell’infanzia di suo figlio Laurent e poi per diventare il cantastorie di generazioni di ragazzi che sono cresciuti anche grazie ai suoi meravigliosi libri di grande formato scritti e miniati da lui stesso; piccoli capolavori artistici rivolti all’infanzia che hanno causato tante vocazioni artistiche, la prima delle quali fu proprio quella di Laurent De Brunhoff che divenne coautore e continuatore della saga iniziata da suo padre. Grazie a lui la saga ha continuato ad accrescersi fino alla sua morte. Il nostro sistema di fruizione e studio reticolare dell’opera di questi due maestri della narrazione per l’infanzia vuol aiutare i piccoli e grandi lettori a ricavare tutti gli insegnamenti metodologici in essa racchiusi e al contempo consentire l’esplorazione della rete di storie creata da Jean ed espansa da Laurent, visualizzando il mondo di Babar come una mappa delle sue avventure e come una scacchiera in cui ogni episodio – ognuno dei diversi microracconti di cui si compone ogni libro dei due autori – può essere assunto come nodo per partire o ripartire in nuovi viaggi conoscitivi creando inediti intrecci. La mappa consente infatti di inseguire le possibilità di correlazione che ogni microracconto apre in base alle domande e alle risposte che partono da e arrivano ad esso. Il nostro sentiero esplorativo, elaborato per far scoprire gli innumerevoli racconti con cui dialogano le storie di Babar, vuol raccogliere e sviluppare tutti gli stimoli che esse offrono per scoprire altri racconti immortali, di ogni tempo luogo e forma espressiva, implicitamente correlati ad esse in base ai medesimi meccanismi. Il nostro progetto include anche la versione online di uno spettacolo multimediale nato dalla nostra collaborazione con il Teatro la Fenice e il Conservatorio di Trento; una performance pensata per essere fruita sia da vivo che in forma di film, che sintetizza in un unico racconto multiespressivo il lavoro di Jean De Brunhoff, la musica creata da Francis Poulenc e i cartoni animati realizzati da animatori raffinati come Bill Melendez (proveniente dalla scuola di Walt Disney) per portare anche sullo schermo le storie dell’elefantino.
Le scorribande di James M. Barrie, dei piccoli Davies, della piccola Mamie e dei fratelli Darling nei mondi fatati di Peter Pan
Questo progetto è dedicato a James Barrie, Arthur Rackham, Walt Disney, Steven Spielberg, e ai fortunati testimoni narratori di incontri ravvicinati con le creature fatate del “piccolo popolo”. Con questo progetto vogliamo far conoscere e apprendere le storie e gli insegnamenti dell’autore che più di ogni altro, insieme all’amico disegnatore e pittore Arthur Rackham, è riuscito nell’impresa di visualizzare l’invisibile, dando vita alle storie e ai mondi fantastici di un personaggio per metà bambino e per metà spiritello, un “tra il qua e il là” come Nosferatu, ma anche un giocoso e dispettoso folletto come Puck, che ebbe la fortuna di diventare l’orchestra di Titania la regina delle fate. ha fatto propria la lezione shakespeariana e coinvolgendo una generazione di pittori e illustratori vittoriani e edoardiani felici di cimentarsi nell’impresa, Ma questo progetto che coinvolge una moltitudine di scrittori pittori musicisti e drammaturghi e cineasti che hanno voluto contribuire ad espandere il mondo creato da Barrie è anche un doveroso omaggio a quella collaborazione eccezionale nata tra Barrie e i piccoli Davies senza la quale non sarebbe nato Peter Pan nei giardini di Kensington e il romanzo più ampio che lo contiene L’uccellino bianco ma soprattutto non avrebbero la forma di un dialogo continuo tra un grande e un piccolo narratore che suggerisce al primo cosa osservare e cosa raccontarci di quel mondo delle fate visibile solo ai bimbi e a chi non smesso di coltivare l’animo sensibile e le capacità immaginative di un fanciullo. L’incredibile storia di Barrie e dei suoi piccoli amici ascoltatori e al contempo suggeritori delle storie del piccolo popolo si intreccia con le storie di Peter Pan e dei bimbi che hanno sfidato le loro paure per incontrarlo e per seguirlo nell’isola che non c’è. Il nostro progetto ha molte ambizioni, anzitutto quella di consentire la fruizione e lo studio reticolare di tutte le storie nate dalla mente di Barrie e dei suoi interlocutori trasformando le mappe dei giardini di Kensington e dell’isola che con c’è in un unico mondo di storie da esplorare raccogliendo le domande disseminate in ognuna delle tante microstorie che compongono il compresso intreccio della saga. Ma il nostro progetto include anche una mostra delle opere di coloro come Arthur Rackham che hanno contribuito a far interagire le parole di Barrie con immagini che ne rappresentano l’immaginario e aiutano i piccoli e grandi lettori ad esplorarlo con la propria immaginazione. Poi uno spettacolo che grazie alla partitura scritta da John Crook per la prima versione dello spettacolo scritto e curato dallo stesso Barrie, non più eseguita, fornisce uno dei piani espressivi con cui far interagire le parole di Barrie e la recitazione di piccoli attori che saranno al contempo l’orchestra i cantastorie e gli interpreti della mesa in scena e del film che ne verrà tratto. Questo progetto vuole anche ridare nuova vita in forma digitare a quelle edizioni regalo come quella con cui Barrie regalò al mondo il suo Peter Pan nei giardini di Kensington, facendo interagire i quadri di Rackham con il suo testi letterari. Nella nostro edizione digitale un bimbo cantastorie farà interagire dalla mappa dei giardini le storie narrate da Barrie con le immagini di Rackham ma anche con le storie che articolano ed espandono l’universo creato da Barrie aprendo le porte che conducono tanto nell’isola che non c’è quanto nei boschi delle bimbe del ritorno delle fate del suo amico Conan Doyle quanto nei boschi di Oberon e Titania del Sogno di una notte di mezza estate. Infine il nostro progetto include una serie di strumenti per studiare e apprendere al lezione metodologica di Barrie riguardo ai modi con cui scrivere a quattro e più mani un racconto per renderlo multiespressivo ma anche per trasformarlo da romanzo a commedia e per correlarlo ad altri racconti in una serie senza fine.
Le straordinarie avventure di Alice Liddell e di Lewis Carroll, e di altri naufraghi finiti per caso nei Paesi delle Meraviglie
Questo progetto è dedicato a Lewis Carroll, ma anche a Jonathan Swift, John Tenniel, Arthur Rackham e a tutti i maestri cartografi dei mondi meravigliosi che ogni bambino vorrebbe esplorare per coltivare le sue capacità immaginative.
Il progetto vuol mostrare e insegnare come un artista, scienziato ed educatore, cioè un vero umanista come Lewis Carroll riuscì a coinvolgere nei suoi giochi logici letterari e visivi la mente aperta di una bimba, per educarla e per farla entrare nei segreti del ragionamento scientifico e della creazione artistica semplicemente stimolando le sue capacità immaginative, la sua memoria elaborativa, insegnandole a scoprire a inventare correlando informazioni di diversa natura e provenienza, concatenando storie trasformandole in giochi appassionanti, sfide per la sua mente a viaggiare e a creare storie a rendere credibile l’inverosimile e a vedere l’incredibile nel verosimile. I paradossi logici, gli indovinelli impossibili, le trasformazioni topologiche di mappe in continua espansione di luoghi meravigliosi popolati da personaggi metamorfici sono la materia su cui il reverendo e le sue piccole allieve, tra cui la famosa Alice Liddell, si esercitarono a lungo, e da cui emerse in una prima stesura con i disegni dello stesso Dodgson/Carroll la prima versione del suo capolavoro con il titolo Alice nel sottosuolo a cui seguì quella da lui progettata e realizzata con i disegni del suo partner John Tenniel. Da allora si sono moltiplicati gli studi sul suo progetto rompicapo per far emergere gli aspetti linguistici logici letterari pittorici di un capolavoro troppo complesso per qualunque specialista di settore che non possiede le medesime capacità interdisciplinari dell’autore. Il sistema di studio che abbiamo progettato sin dagli albori dell’editoria elettroniche vuole trasformare il progetto di Lewis Carroll in un prezioso manuale di sviluppo delle capacita scientifiche e artistiche destinato all’infanzia correlando sistematicamente il suo testo da un lato ai correlati multiespressivi e alle riscritture e messe in scena che hanno tentato di interpretarlo per farne emergere i suoi stimoli a immaginare il paese delle meraviglie da lui creato ed espanso dai tanti scrittori che si sono cimentati nella stessa impresa. Al contempo il progetto collega in un unico sistema di studio e fruizione reticolare tutti gli studi e le teorie presupposte per offrire al lettore studente o studioso la possibilità di osservare da una molteplicità di prospettive lo stesso segmento di testo e di cogliere la molteplicità di correlazioni che lo legano ad altre parti dello stesso testo e di altri testi dello stesso autore in cui sono utilizzati gli stessi meccanismi per creare diversi intrecci narrativi. Insomma, seguendo gli insegnamenti dello stesso Carroll, intendiamo creare un iper-testo composto non solo da una molteplicità di testi da leggere e da studiare, ma anche degli strumenti più adatti per leggere e studiare, per esplorare e indagare le innumerevoli correlazioni che l’opera di Carroll istituisce al suo interno e all’esterno grazie ai raffinati criteri di correlazione padroneggiati con grande abilità dallo stesso Carroll. In questo modo i nuovi fruitori della sua opera avranno anche la possibilità di gareggiare con lui in scoperte e invenzioni testuali correlabili al suo universo narrativo, concepito da lui stesso per essere espanso. Attraverso le numerose articolazioni del nostro progetto – una nuova edizione reticolare dell’opera di Carroll correlata a un sentiero esplorativo, a una mostra degli illustratori e a uno spettacolo multimediale – intendiamo evidenziare quali siano i contributi portati all’opera di Carroll dalla mente di una bimba che non accetta la casualità della vita, e all contempo vogliamo mostrare come solo la mente rigorosa di un adulto che non abbia perso il modo di vedere e sognare proprio di un fanciullo, possa creare per i suoi piccoli lettori un labirinto narrativo meraviglioso in cui essi possano non solo muoversi ma anche creare nuove attrazioni; come se quel parco dei divertimenti ideato da Carroll – il Paese delle meraviglie – che tanto ricorda la Disneyland pensata da Walt Disney, fosse destinato ad arricchirsi indefinitamente delle nuove espansioni che altri giocatori-costruttori avrebbero creato per esso e per i nuovi visitatori.
Le passeggiate di A. A. Milne, del piccolo Christopher Robin e dell’orsetto Winnie the Pooh nel bosco dei 100 acri
Questo progetto è dedicato ad Alan Alexander Milne ed Ernest Howard Shepard, ma anche a Kenneth Grahame, Maurice Sendak, Walt Disney, Jan Sverak e agli altri grandi narratori, illustratori e animatori di boschi incantati. L’universo incantato del bosco dei 100 acri, che Milne e Shepard inventarono per il piccolo Christopher Robin – che preferiva essere chiamato Billy Moon dai suoi cari – fece sentire quest’ultimo, per alcuni anni della sua straordinaria infanzia, lo speciale protagonista delle storie che lui stesso contribuiva a creare dialogando con il suo babbo. Ma questa gioia durò poco, perché quando suo padre decise di pubblicare le storie del bosco dei 100 acri, affinché anche altri bimbi potessero goderne, il mondo incantato di Billy divenne il terreno di gioco di tutti i bambini del mondo, non senza conseguenze per lui e per suo padre. Entrambi, grazie al successo imprevisto delle storie di Winnie Pooh e dei suoi amici, si trovarono impreparati a condividere il loro mondo con generazioni di nuovi piccoli lettori, appassionati estimatori della saga dell’orsetto di pezza e di conseguenza fan accaniti dei suoi inventori; così il piccolo Billy dovette sostenere suo malgrado, nella vita, il ruolo che nell’arte aveva assunto il doppio di se stesso – il personaggio Christopher Robin -, assecondando il pubblico di quei racconti nati per lui e lasciando che le sue storie personali fossero sostituite dalle storie leggendarie inventate da suo padre. Tuttavia proprio quelle storie resero la sua casa e il suo bosco luoghi magici e parenti stretti del paese delle meraviglie creato da Lewis Carroll per la piccola Alice Liddell, e del paese degli elefanti creato da Jean De Brunhoff per suo figlio Laurent. E grazie a quel prezioso cofanetto di storie incredibili che continua a ristamparsi a dispetto delle mode e della cultura di massa, possiamo studiare le regole del mondo incantato creato da Milne per e con suo figlio e con il suo amico Shepard, e possiamo comprendere come l’arte cambi la vita di chi la fa, e quali sacrifici richieda per rendere immortali gli artefici. La complessa relazione tra Alan Alexander Milne e suo figlio Christopher si aggiunge quindi alla lista di quelle storie esemplari che ci aiutano a capire come mai l’arte si nutra delle storie ascoltate dagli autori nella loro infanzia, come mai l’interazione tra un adulto e un bambino possa far nascere capolavori che non hanno solo un valore personale ma universale, e come mai i personaggi creati mescolando i tratti della psicologia e della fisionomia di un bimbo, e dei suoi giocattoli, con quelli dei personaggi delle favole di altri grandi narratori divengano leggendari e immortali. Fu proprio Alan Alexander Milne a incoraggiare Jean De Brunhoff affinché continuasse a raccontare le storie narrate a suo figlio trasformandole in quella saga immortale che noi continuiamo ad amare e a raccontare all nuove generazioni di bimbi di tutto il mondo. Il nostro progetto vuol fare del Bosco dei 100 acri creato da Milne un grande tavoliere di gioco per esplorare, investigare e creare intrecci, per scoprire i segreti, le leggende che da esso si aprono e si correlano tra loro. Al contempo vogliamo fare dell’opera di Milne un manuale di studio delle capacità di creare storie come quelle da lui immaginate insieme al piccolo Billy e al suo amico disegnatore Ernest Howard Shepard; capacità certamente straordinarie, dal momento che lo stesso Walt Disney volle farsi continuatore, cantastorie, narratore in forma multiespressiva di quei racconti che l’avevano commosso e ispirato. Con il nostro progetto vogliamo contribuire a far conoscere e apprezzare le storie dell’orsetto ingenuo Winnie Pooh e dei suoi amici di pezza che non nascondono le cuciture e la loro doppia identità insieme di giocattoli e animali abitanti del bosco teatro dei giochi di Christopher Robin. Vogliamo fare di queste storie materia di studio oltre che fonte di gioie indimenticabili per quanti stanno dimenticando come si racconta bene una bella storia, come si coinvolgono i piccoli lettori e li si invita a immaginare – insieme a Christopher Robin – storie avventurose che mettono alla prova la memoria elaborativa e creano vocazioni artistiche. A una nuova edizione reticolare delle storie del bosco dei 100 acri correleremo un sentiero esplorativo che si ramificherà non solo nei luoghi leggendari del bosco di Pooh ma anche in quelli di altri boschi incantati, come quelli de Il Vento tra i Salici di Kenneth Grahame o del distretto dei laghi di Beatrix Potter. E grazie ai preziosi materiali di archivio lasciati da Milne e Shepard e dagli studi Disney potremo allestire uno spettacolo multimediale per raccontare insieme le storie dei personaggi e dei loro creatori.
Gli abitanti umani e animali della terra incantata di Beatrix Potter
Questo progetto è dedicato a Beatrix Potter, ma anche a Alan Alexander Milne, Kenneth Grahame, Dick King-Smith e agli altri grandi maghi narratori per l’infanzia capaci di dar voce ai piccoli abitanti delle fattorie di animali. Immaginate un mondo in cui non siano gli animali ad essere ospitati nella fattoria e non debbano pagare a caro prezzo questa “ospitalità”, con tanta fatica, con i prodotti da loro generati o con la loro stessa vita. Immaginate che siano gli umani – come la signora Beatrix Potter scrittrice e pittrice – a vivere dell’ospitalità di un mondo di campagna abitato da animali antropomorfi che hanno le stesse abitudini degli uomini, anzi di quei gentiluomini di città andati a vivere in campagna per godere del contatto diretto con la natura. Ecco, state entrando nell’universo narrativo di Beatrix Potter, o meglio in quella zona del distretto dei laghi, e più specificamente in quella fattoria Hill Top nel villaggio di Sawrey che ha ospitato a lungo la scrittrice insieme ai suoi amici animali reali e immaginari, a cominciare dal famoso Peter coniglio, che ogni bambino del mondo prima o poi conosce e ama e non se ne separa mai più. Con il nostro progetto vogliamo farvi conoscere meglio questa narratrice polivalente, scrittrice e disegnatrice, altrettanto amata per i suoi brevi raconti poetici e per le immagini impaginate in essi, ma anche per le lettere miniate, per suoi diari, e non ultimo per tutto quanto è stato ricavato dalle stesse storie, tra cui un bellissimo balletto ideato da Frederick Ashton. Vogliamo indagare ed esplorare per voi e con voi il suo rapporto con la natura e con l’arte o meglio come la sua arte nasca dallo studio della natura ma anche delle favole per l’infanzia di cui ogni bambino dovrebbe nutrirsi per crescere felice e intelligente e per non mettere a tacere la sua capacità immaginativa, la stessa che ha consentito a Beatrix Potter di vivere la propria vita prima come appassionata lettrice di storie meravigliose poi come esperta creatrice di storie che avrebbe voluto leggere quando era bimba. Con il nostro progetto intendiamo trasformare le microstorie inventate dalla Potter in un labirinto di storie leggendarie che si aprono dalla mappa del distretto dei laghi. In questo modo i nostri piccoli e grandi lettori-studiosi potranno inseguire i fili invisibili che legano le storie tra loro sia trattando queste ultime come nodi di una rete di intrecci interconnessi che stimolano domande e offrono risposte reciprocamente, sia come esempi applicativi di principi di narrazione e composizione trasformando la Potter in una insegnante virtuale per piccoli e grandi aspiranti artisti.
I piccoli lettori grandi interpreti delle storie di Maurice Sendak
Questo progetto è dedicato a Maurice Sendak ma anche a quei grandi narratori, come Walt Disney, Beatrix Potter, Lewis Carroll, Winsor McCay, da cui ha appreso l’arte di trasportare dentro i racconti gli stessi piccoli lettori-spettatori, dando loro le fattezze di bimbi irrequieti o di cuccioli antropomorfi, e rendendoli protagonisti di storie sognate ad occhi aperti; storie incredibili in cui i giochi dell’infanzia si trasformano in avventure divertenti piene di pericoli insidiosi… ma solo in apparenza. È grazie al lavoro di questo straordinario co-autore di piccoli racconti per l’infanzia che possiamo invitarvi ad esplorare il mondo interiore di aspiranti protagonisti di storie leggendarie che, in diversi costumi e sotto diverse spoglie, sfidano ogni pericolo, sapendo dentro di loro che sono solo sogni – seppure a volte un po’ spaventosi – ma che proprio quei sogni li aiuteranno a crescere se li vivranno fino in fondo con coraggio e curiosità. Nel caso di Sendak il primo piccolo lettore coinvolto nei suoi progetti narrativi è lui stesso, divenuto adulto ma non tanto da dimenticare le attese e le reazioni dovute alle sue prime esperienze di ascolto, lettura e visione delle favole della sua infanzia. Non a caso ogni suo libro è dedicato ad alcuni piccoli lettori che hanno ispirato lui e i suoi coautori. E le reazioni e le aspettative dei piccoli lettori dei suoi libri hanno così tanta importanza per lui da influenzare l’intero piano della sua opera. È proprio per premiare i suoi piccoli lettori che egli ha deciso di riprendere lo stesso personaggio (di volta in volta chiamandolo Pierre, Max, Mickey…) e fargli vivere nuove straordinarie avventure esplorando con lui l’universo interiore dei suoi lettori. Così Sendak è divenuto di fatto l’implicito continuatore delle storie di “Little Nemo” di Winsor McCay. Anche se i suoi disegni e il suo nome finiscono per prevalere nei titoli e nella composizione dei suoi libri, pubblicati e tradotti anche e soprattutto per merito del suo eccezionale contributo pittorico, Sendak non ha mai cercato di diventare un “one man band”. La lezione che ci ha lasciato riguarda soprattutto le possibilità e le modalità di collaborazione tra più artisti intorno alla creazione di un piccolo grande capolavoro per l’infanzia. Le sue interpretazioni dei racconti classici per l’infanzia e la sua collaborazione alla nascita di nuovi racconti rovesciano l’idea comune di «illustrazione», ridimensionando il ruolo della scrittura e lasciando spesso il lettore a osservare tavole non accompagnate da una sola parola, concepite per funzionare autonomamente, come le inquadrature di un capolavoro del cinema muto, fatte apposta per lasciare i lettori «senza parole». Sendak come Disney ha potuto realizzare una collaborazione feconda ed esemplare con altri grandi narratori per l’infanzia, soprattutto con i suoi maestri, a distanza di tempo; come pochi altri egli ha speso la sua straordinaria abilità di «cantastorie per immagini» per continuare a mantenere vive le fiabe immortali di cui ogni bimbo dovrebbe nutrire la sua mente per crescere. Le sue immagini, spesso a piena pagina, costringono i suoi coautori scrittori a ripensare i testi letterari come contrappunti ironici e inviti ad esplorare le sue stesse tavole. I suoi racconti «per immagini e poche parole» insegnano come la lettura ispiri la vita e anche l’arte; per ogni suo nuovo progetto egli assume esplicitamente o implicitamente una serie di racconti classici come materia narrativa ed espressiva della sua arte. Con questo nostro progetto vogliamo dunque portarvi a lezione da un grande compositore e narratore multiespressivo, che è stato capace di dar vita a grandi collaborazioni autoriali. Attraverso i suoi libri scoprirete altri artisti e rimarrete sorpresi osservando da nuove prospettive storie che pensate di conoscere bene. Con il nostro progetto intendiamo inoltre concatenare tutti i sogni a occhi aperti inventati da Sendak per i vostri ragazzi e allievi, trasformandoli in un unico grande sogno dalle molteplici variazioni di storia in storia. Inoltre intendiamo realizzare un’adeguato strumento di studio per aiutarvi a scoprire ed apprezzare le connessioni implicite tra le storie dello stesso Sendak e quelle dei suoi maestri, cioè quelle che lui ha letto da bimbo e di cui si nutrono i suoi racconti, intesi come variazioni esplicite o implicite delle grandi storie leggendarie e archetipiche che per secoli hanno educato gli artisti. Non escludiamo infatti che questo nostro progetto, oltre a farvi conoscere l’opera di un altro grande creatore di capolavori artistici per l’infanzia, possa contribuire a dare a voi e ai vostri ragazzi quegli stimoli necessari per intraprendere una carriera artistica come quella che ha reso Sendak un uomo felice nel rendere felici i bambini di tutto il mondo.