Le Nuove Botteghe Umanistiche

Gli Ambienti di Studio, Progettazione e Sviluppo, dove trasformiamo «oggetti» inerti e irrelati in «strumenti» di metodo per studiare, con la scienza, le soluzioni e le regole della narrazione artistica, per indagare l’architettura di capolavori immortali, per esplorare la rete delle correlazioni tra le innumerevoli varianti di modelli archetipici, e per scoprire i meccanismi narrativi e compositivi condivisi tra opere distanti tra loro nello spazio, nel tempo, e nelle forme espressive.

I Progetti della Bottega AuteurStudio

I Progetti della Bottega AuteurStudio

Studiare un autore: I Laboratori dedicati ai maestri della narrazione artistica in forma audiovisiva

La scelta degli autori cinematografici a cui dedicare un Laboratorio specifico, per esaminare scena per scena le soluzioni da loro elaborate per più di un capolavoro, è dipesa anzitutto dall’idea stessa che dà il titolo alla Bottega dedicata alla narrazione artistica in forma audiovisiva: gli «auteur» o «maverick» sono senz’altro gli autori che destano il nostro maggiore interesse, in quanto hanno almeno tentato di trasformare ogni progetto a cui si sono dedicati in un tassello della propria opera, controllandone e firmandone ogni sua parte sotto ogni aspetto. Da «come sono fatti» i loro film è possibile riconoscere l’autore che li ha fatti, il suo modo di pensare e di cercare soluzioni. Inoltre è possibile rileggere ogni loro progetto come una variante di un progetto narrativo più ampio, che si sviluppa non solo in altri loro film ma anche in film dei loro maestri e allievi. La nostra maggiore frequentazione dei lavori di alcuni di questi autori straordinari ci ha condotti ad articolare una prima lista di non senza rimpiangere i tanti che non abbiamo potuto includere subito. Certamente, appena potremo, ci occuperemo di altri autori oltre quelli che trovate qui di seguito in elenco. Intanto, durante le nostre lezioni introduttive a questi Laboratori, abbiamo  dalla mappa del cinema «autoriale» (in senso artistico, non ideolologico) che abbiamo tracciato per elaborare un piano di lavoro per gli anni a venire.Un’altra ragione che ci ha indotto a scegliere questo primo gruppo di autori come vostri – oltre che nostri – maestri, è la stessa con cui abbiamo selezionato gli autori per le altre Botteghe: si tratta di autori la cui opera costituisce un ponte tra tanti altri autori – maestri, colleghi, allievi – non solo cinematografici.Ognuno di questi autori può essere infatti considerato al contempo un custode e un maestro di straordinari insegnamenti per nuove generazioni di autori. Nei loro capolavori è racchiusa sia la lezione di metodo degli autori che hanno influenzato la nascita della settima arte sia quelli di coloro che hanno contribuito a farla crescere attraverso le loro ricerche e i loro progetti esemplari, in cui hanno esplorato e definito forme e modelli della narrazione artistica in forma audiovisiva.Così, attraverso lo studio dell’opera di questi autori straordinari avrete modo di entrare più facilmente nell’opera degli autori che l’hanno influenzata e in quella degli autori che sono stati influenzati da essa.Ognuno di questi maestri di fatto, oltre che di nome, è al contempo figlio e padre di grandi autori. Perciò in ogni suo film possiamo studiare sia le regole che le migliori soluzioni della narrazione artistica, e comprendere in che modo la si possa praticare anche con il cinema. Per dirla con Hitchcock, questi autori sono “inventori di forme cinematografiche” oltre che studiosi delle forme narrative ed espressive che hanno acquisito dai maestri della drammaturgia, dell’opera lirica, della letteratura e delle arti visive.Nell’opera di questi autori potrete scoprire e apprendere tanto gli insegnamenti metodologici racchiusi nei grandi archetipi narrativi nati con la narrazione orale delle favole e delle fiabe, quanto quelli racchiusi in opere a voi più vicine, che sono state composte da autori eredi di coloro che sono stati capaci di trasportare anche nel cinema la lezione immortale dei maestri di ogni campo dell’arte narrativa. Ciascuno degli autori che abbiamo considerato per questa sezione della nostra Bottega ha praticato il cinema mantenendo il pieno controllo di tutte le forme espressive, e ha creato piccoli e grandi capolavori che nulla hanno da invidiare, per complessità, ai grandi capolavori delle arti classiche. Nelle loro opere la classicità continua a vivere anche assumendo nuove forme multiespressive, tramandando modelli archetipici e creandone di nuovi. La ricerca e l’opera di questi autori costituisce un presupposto implicito o esplicito per chiunque oggi faccia cinema, persino per chi ignora che coloro a cui si è ispirato – o da cui ha imparato ciò che sa fare – hanno direttamente o indirettamente imparato a narrare da quei maestri. Se Billy Wilder poteva vantarsi di essere allievo di Ernst Lubitsch, e, senza alcun imbarazzo, dichiarava di inventare soluzioni ispirandosi al modo di costruirle del suo maestro, altri invece, imitando un imitatore di Billy Wilder, che hanno scelto inconsapevolmente come maestro, non sanno di star adottando «cascami» delle soluzioni cinematografiche che Lubitsch ha inventato facendo tesoro della lezione dei maestri della commedia teatrale e musicale. Ciò che noi elaboriamo in questi Laboratori sarà a vostra disposizione negli «Ambienti di Studio» che deciderete di frequentare iscrivendovi ad una delle nostre «Offerte»; in parte sarà anche presentato nel nostro «Canale introduttivo alle regole implicite e alle soluzioni straordinarie della Narrazione Artistica» aperto a tutti gli «Osservatori» interessati a conoscere cosa facciamo e come lo facciamo. Anche per questi Laboratori vi invitiamo ad aiutarci, come potete, a sostenerne lo sviluppo. Speriamo di avervi al nostro fianco nell’impresa di ricavare nuovi e più potenti strumenti di studio dai capolavori e dalle relative risorse dei maestri della narrazione artistica in forma audiovisiva. I Sistemi di Studio che ne trarremo potranno comporre nel loro insieme un grande «Manuale di Metodo per lo Studio della narrazione artistica applicato alla composizione audiovisiva», di cui potrete disporre voi stessi o che potrete offrire ai vostri allievi.

I Progetti

Come lo farebbe Ernst Lubitsch? 

Da chi vorreste imparare le regole della commedia se non da chi è riuscito, per primo e meglio di chiunque altro, a portarle nel cinema, da chi è riuscito a conferire, anche al racconto cinematografico, la complessità di un testo drammaturgico o di un romanzo di un grande artista? Da chi vorreste essere introdotti all’eredità dei grandi narratori di ogni arte se non da chi ha dialogato con essi attraverso i suoi film? Da chi vorreste imparare a costruire una commedia cinematografica controllando ogni aspetto del suo funzionamento e attribuendo ad essa, per ogni articolazione, tutte le tonalità che può assumere un bel racconto ben raccontato, dall’umorismo surreale alla commovente tragedia? Da chi vorreste imparare a padroneggiare tanto il realismo quanto il fantastico come modalità dello stesso racconto? Chi vorreste che vi insegnasse la narrazione «indiretta» in ogni forma che essa può assumere, se non il maestro che l’ha insegnata agli autori che più amate? Da chi vorreste imparare a padroneggiare tanto la narrazione «monoespressiva» quanto quella «multiespressiva», se non da colui che non solo ha trasformato capolavori letterari e drammaturgici in capolavori del cinema «muto», ma ha anche inventato il «musical» cinematografico? Attraverso i Sistemi di Studio e i Cicli di Lezioni che prepareremo in questo Laboratorio dedicato al maestro dei maestri, potrete anche voi studiare le sue complesse architetture audiovisive e acquisire la capacità di trasformare testi esili – come quelli delle operette – in testi cinematografici «complessi» come i capolavori letterari, drammaturgici, operistici con cui Lubitsch si è confrontato e ha creato correlazioni, realizzando varianti divenute esse stesse nuovi archetipi immortali. Da Lubitsch imparerete a distribuire le informazioni su diversi piani narrativi ed espressivi in modo che essi interagiscano tra loro «complementarmente» come voci di una medesima «partitura  multiespressiva». Da lui potrete apprendere «l’arte della variazione» sui temi universali delle fiabe, degli «archetipi narrativi» che da secoli si tramandano da un autore all’altro assumendo diverse forme espressive; scoprirete quindi come riscrivere e riraccontare storie immortali creando nuove sorprendenti varianti. E sempre da Lubitsch imparerete come un autore possa concepire la sua intera opera non come un cumulo di film slegati tra loro, ma come un «sistema di variazioni» che si inseguano di racconto in racconto e scena per scena. Infine, studiando l’opera di questo straordinario autore comprenderete come egli sia riuscito a rendere realmente omaggio ai suoi maestri, quelli da cui ogni aspirante autore e cantastorie dovrebbe andare a lezione, cioè coloro che in altri campi artistici (Shakespeare, Wilde, Rostand, Rossini, Mozart …) hanno insegnato – anche a Lubitsch – a narrare storie immortali. Da lui imparerete non come rubare dai capolavori artistici pretestuose «citazioni» per abbellire racconti mediocri, ma come acquisire la lezione metodologica dei maestri per creare un dialogo indiretto con loro attraverso «variazioni su medesimi temi», sviluppando possibilità inattuate di «modelli logici condivisi», e suscitando domande e interessi verso i racconti di quegli autori come «varianti» dei medesimi modelli archetipici.

Come lo farebbe Charlie Chaplin?

Da chi vorreste imparare come si diventa un «one man band» se non da colui che più di ogni altro è stato capace di rivestire, nella sua opera, tutti i ruoli – autoriali attoriali e produttivi – necessari a realizzarla, senza mai lasciare ad altri alcun aspetto del proprio lavoro? Da Chaplin – colui che ha scritto, diretto, musicato, interpretato i suoi stessi film, e ha fondato una casa di produzione per realizzarli –  potrete imparare cosa vuol dire essere davvero un autore completo, cioè artefice della propria opera sotto ogni aspetto. Inoltre, sempre da lui, potrete imparare come si costruisce una «saga», facendo di ogni suo corto- o lungo- metraggio un film indipendente dagli altri ma anche «correlato» agli altri, come un «tomo» di un grande romanzo sviluppato durante tutta la sua carriera artistica. Studiando la sua opera scoprirete come questo singolare autore-attore sia riuscito a cucirsi addosso il personaggio dell’«omino vagabondo» in cui ha potuto sintetizzare tutti i mestieri che aveva imparato dal teatro e dal circo prima che dal cinema. Se volete scoprire come si racconta bene una bella storia intrecciandola con tante altre, diventando al contempo narratore e narrato, costruendo un personaggio che possa continuare a vivere e a promuovere l’opera del suo autore anche fuori dal Set, Chaplin è il maestro giusto per voi. Attraverso i Cicli di Lezioni e i Sistemi di Studio, che realizzeremo in questo Laboratorio dedicato alla sua opera, potrete apprendere molte delle competenze necessarie per poter praticare, con il pieno controllo, una delle attività più complesse, sul piano produttivo, in cui la narrazione artistica può essere esercitata. Vogliamo offrirvi questa possibilità formativa proprio mentre il mondo contemporaneo, in cui vivete, sta di nuovo frantumando il cinema in tante professioni separate e non comunicanti tra loro, e mentre gli investitori produttori stanno di nuovo riducendo il ruolo del regista e sceneggiatore a quello di un tecnico tra gli altri, per assumere loro il compito di confezionare prodotti su misura dei gusti degradati del pubblico di massa. Chaplin vi insegnerà come creare un capolavoro immortale in grado di superare ogni confine di spazio e di tempo. Da lui potrete apprendere come sia possibile portare nel cinema le qualità delle fiabe e della letteratura per l’infanzia e farle convivere con le qualità di quella letteratura romantica, avventurosa, e psicologica, che tanto vi appassiona da adulti. Imparerete come si crea un racconto rivolto tanto i bambini quanto gli adulti. Scoprirete come la commedia si  possa intrecciare a tal punto con la tragedia da far scaturire la commozione da sorriso e viceversa, senza soluzione di continuità. Scoprirete inoltre perché mai la narrazione artistica per immagini in movimento non abbia bisogno del suono del parlato ma piuttosto di quello della musica. Apprenderete come, con la musica, con le espressioni e le azioni dei personaggi, e con un uso parsimonioso dei cartelli letterari, Chaplin sia riuscito a rappresentare tutti i piani narrativi necessari allo spettatore per poter essere pienamente coinvolto nel racconto, per rimanere in continua apprensione per il suo doppio/alterego sullo schermo, per provare a immaginarne ogni mossa e apprezzarne le impreviste soluzioni. Studiando le invenzioni chapliniane scoprirete come egli riesca a far ricavare allo spettatore tutte le informazioni dalle azioni e dalle espressioni dei personaggi, come egli ottenga il massimo dalla recitazione degli attori senza fare un uso ridondante o riparatorio della parola, e come riesca a far interagire le soluzioni espressive visive con quelle musicali, inducendo gli spettatori a saltare con la memoria elaborativa da una scena all’altra, da un personaggio e da un azione all’altra, per poter cogliere correlazioni profonde tra i conflitti e i mutamenti interiori dei personaggi.

Come lo farebbe Alfred Hitchcock?

Come si raccontano storie d’amore come se fossero storie noir e viceversa? Come si affascina il pubblico promettendo di dargli ciò che si aspetta e poi riuscendo a farlo innamorare di qualcosa di molto migliore? Come si inventano nuovi archetipi e conseguentemente si influenzano i generi narrativi della produzione di massa? Come si trasforma la propria vita in una messa in scena fuori dal set, ovvero come si diventa personaggi-autori – oltre che autori – per recitare con continuità una parte, tra un film e l’altro – scritta apposta per promuovere la propria intera opera? Come si diventa autori acquisendo sia le straordinarie capacità sia i diritti necessari per controllare ogni fase e aspetto della produzione dei propri film? Come si fa a finire un film prima che inizino le riprese, ovvero come si costruisce un film a tavolino prima di girarlo? Come si trasforma la letteratura popolare delle fiabe e delle novelle in capolavori artistici? Come si fa nascere la commedia dalla tragedia, e viceversa? Come si usano i divi e come si trasformano attori semisconosciuti in divi, e come si fa a far recitare persino gli animali? Come si fa a comporre il film come una partitura sonora-visiva-letteraria? Come si costruiscono più piani narrativi e li si rappresenta con più forme espressive? Come si ottiene e come si mantiene l’attenzione del pubblico? Come si promuove un racconto attraverso «metatesti» anch’essi in forma narrativa, ovvero come si promuove un lungometraggio attraverso cortometraggi fatti altrettanto bene? Come si fa cinema in televisione e come si fa cinema con la televisione? Come si fa a mettere personaggi ordinari in situazioni straordinarie e trasformare i personaggi in straordinari eroi? A queste, e alle tante domande che occorre porsi prima e durante la progettazione di un film che abbia ambizioni artistiche, può rispondervi adeguatamente l’ “oracolo Hitchcock”, come sapeva bene François Truffaut quando lo coinvolse in un dialogo ininterrotto sulla narrazione artistica in forma audiovisiva. Attraverso i Cicli di Lezioni e i Sistemi di Studio che svilupperemo per voi in questo Laboratorio dedicato al maestro di cinema per eccellenza, potrete apprendere la lezione metodologica di uno dei pochissimi autori che è riuscito ad avvicinare all’arte persino quel pubblico già abituato ai succedanei offerti dalla cultura di massa – anche paradossalmente derivati dallo stesso cinema di Hitchcock – e a occupare con i suoi film di successo il posto normalmente occupato da prodotti scadenti e stagionali. Scoprirete perché le tante qualità dei suoi racconti perfetti e immortali abbiano potuto coinvolgere e appassionare sia i più raffinati artisti sia i più sprovveduti fruitori, introducendoli ad una narrazione che, pur sfruttando i canali della distribuzione commerciale, non ha mai perso alcuna delle caratteristiche proprie della narrazione artistica. Comprenderete, dai suoi stessi racconti cinematografici, come la «suspense» non sia un modo di narrare ma il modo più corretto di intendere la narrazione stessa. Da un solo capolavoro di questo  autore potrete imparare più di quanto imparereste dall’intera opera di uno dei tanti autori che dicono di ispirarsi a Hitchcock, che hanno tentato di imitarlo riproponendo luoghi, oggetti, attori e storie dei suoi film, e citandolo a sproposito per nobilitare i loro brutti film. Studiando i suoi film scoprirete le differenze tra la scrittura cinematografica e la scrittura letteraria e drammaturgica, da cui pure egli trae tanti capolavori, e capirete in cosa una regia cinematografica si differenzi da quella teatrale persino qualora egli si costringa a rispettare le unità di tempo-spazio-azione, sviluppando il suo racconto in unica scena o in poche scene senza soluzione di continuità. In questo senso potrete rileggere ogni suo film come un «esercizio di stile», con cui, il più grande inventore di forme cinematografiche si sfida a trarre il massimo dal minimo. E sempre studiando l’opera di questo autore potrete comprendere che cosa distingue un complesso capolavoro cinematografico da una sua riduttiva e stereotipata imitazione.

Come lo farebbe John Ford?

Come si ricrea la mitologia, la narrazione epica delle origini di ogni gruppo umano, collocandola in un universo narrativo fantastico ma realistico e credibile? Come si raccontano storie universali raccontando storie particolari? Come si crea una saga e un’epopea narrando di eroi e di personaggi ordinari? Come si trasformano storie di vita ordinaria in avventure straordinarie, ovvero come si fa a raccontare storie leggendarie come se fossero storie di vita quotidiana? Come si fonde la commedia con la tragedia? Come si fa a rendere realistica la fiaba e il racconto realistico incredibile? Come si fa a raccontare parabole sui sentimenti, sui vizi, sui conflitti umani come se fossero leggende narrate da un abile cantastorie? Come si fa a narrare la grande letteratura e il grande teatro in modo implicito, nascondendolo in storie e personaggi realistici apparentemente tratti dalla vita e non dall’arte? Come si riscrive la narrazione artistica letteraria e drammaturgica dando ad essa la forma cinematografica? Come si fa a raccontare le storie e la Storia? Come si fa a portare nel cinema la più alta letteratura senza far prevalere la parola sulle immagini ma anzi creando una partitura di musica, immagini, e parole? Come si fa a raccontare storie complesse evitando di appiattirle e omologarle a racconti di genere o a ridurle a racconti ideologici? Come si fa a creare racconti di viaggi insieme interiori ed esteriori, a narrare storie di formazione e, insieme, di avventure straordinarie? Queste sono alcune delle domande che autori come Steven Spielberg – che da giovani hanno visto e amato i film di John Ford – si sono domandati e continuano a domandarsi da adulti avendo ereditato e fatta propria la sua lezione per poter praticare un cinema insieme di azione e psicologico, storico e filosofico, saggistico e artistico, morale e divertente, fiabistico e realistico, capace di sollecitare tanto l’animo infantile degli spettatori quanto la loro voglia di crescere. Attraverso i Cicli di Lezioni e i Sistemi di Studio che realizzeremo per voi, in questo Laboratorio dedicato all’opera immortale di uno degli autori che più di altri ha contribuito a fare anche del cinema un’arte, potrete imparare anche voi come si diventa una legenda insieme ai personaggi leggendari dei racconti narrati. Studiando la sua opera comprenderete come mai i miti del West, della frontiera, del viaggio di esplorazione in terre selvagge, del conflitto interiore ed esteriore tra essere uomini di legge e fuorilegge, della vita pericolosa dei pionieri e degli scontri con i nativi, della lotta tra le tradizioni e la civilizzazione, degli eroismi durante le più devastanti crisi sociali e guerre epocali create dagli stessi uomini, non sono  stati e non possano, anche nel suo caso – come nei casi di tutti i grandi autori di racconti universali delle origini di una Civiltà – essere trattati come fenomeni di costume. Attraverso tutto ciò che ricaveremo per voi in questo Laboratorio scoprirete come mai i suoi film non possano essere semplicemente storicizzati, ma riescano invece a superare i confini culturali in cui sono nati, per interessare chiunque, attraverso di essi, ricerchi stimoli adeguati per sognare a occhi aperti, per crescere attraverso lo strumento educativo e formativo più raffinato inventato dall’uomo: la narrazione artistica. L’universo narrativo leggendario creato da Taylor Sheridan, grazie a serie concatenate che appassionano le nuove generazioni, non potrebbe esistere se la lezione di John Ford non fosse giunta fino a lui. Ogni autore contemporaneo dovrebbe conoscere e far propri gli insuperati insegnamenti di John Ford per poter aspirare a diventare un nuovo cantastorie di storie leggendarie immortali.

Come lo farebbe Walt Disney?

Come si riraccontano le fiabe classiche usando più forme espressive e creando straordinarie variazioni sul tema come solo un bravo cantastorie sa fare? Come si raccontano le favole e fiabe della buonanotte in un mondo che le ha dimenticate? Come si porta nel cinema di animazione la narrazione «multiespressiva» – letteraria e pittorica – dei racconti classici per l’infanzia? Come si può promuovere la più alta letteratura per l’infanzia attraverso la più alta cinematografia per l’infanzia? Come si trasporta la commedia nel racconto fantastico e come si fanno convivere le regole della novella di astuzie e di raggiri con quelle della fiaba di magia? Come si fa a raccontare storie che piacciano sia ai bimbi curiosi e impazienti di crescere sia agli adulti che non hanno perso l’innocenza dei bimbi? Come si possono inventare nuovi personaggi creando originali sintesi di tratti che appartengono a diversi eroi leggendari ancora vivi nella memoria dei piccoli e grandi spettatori? Come si catturano le espressioni e i sentimenti umani per attribuirli a personaggi non umani ma antropomorfi, proprio come quelli delle favole della nostra infanzia? Come si dà forma multi-espressiva ai sentimenti universali dell’animo umano? Come si creano personaggi fantastici dotandoli di qualità desunte tanto da oggetti reali quanto da oggetti immaginari? Come si trasformano modelli tratti dal reale in modelli ipotetici e immaginari? Come si rende realistico il fantastico e fantastico il realistico? Come si crea una Bottega e come si rimane autori pur delegando ogni aspetto ideativo e produttivo ai propri collaboratori? Come si fanno lavorare insieme pittori, scrittori, musicisti su un unico progetto artistico? Come si trasformano disegnatori e pittori in animatori? Come si progetta un racconto per immagini animate, musica e parole trattandolo come una partitura multiespressiva? Tutte queste risposte, sia metodologiche che tecnologiche, possono essere ricavate dallo studio sistematico dell’opera dell’autore che più di ogni altro ha dedicato tutta a sua vita a rappresentare e ad espandere l’universo narrativo dei racconti senza tempo dedicati all’infanzia. I Cicli di Lezioni e i Sistemi di Studio che ricaveremo da questo Laboratorio dedicato a «la Disney Factory al tempo di Walt Disney» vi consentiranno di entrare nella Bottega dell’umanista che ha saputo evitare lo strappo tra il cinema di animazione contemporaneo e la tradizione delle favole e fiabe della letteratura illustrata per l’infanzia, mantenuta per secoli in vita dagli autori custodi dei miti della nostra Civiltà. E studiando gli effetti che la sua Bottega ha prodotto, potrete entrare anche nell’opera e nelle Botteghe di quegli autori che da Disney hanno tratto esplicitamente insegnamenti per creare capolavori degni del loro maestro (Gene Kelly, John Lasseter e la prima Pixar, Steven Spielberg, Nick Park e la Aardman, …). Nonostante l’opera di Walt Disney sia sotto attacco da sempre da parte di quanti, invidiandone il successo, si sforzano di trovarvi invano simbolismi dietrologici e soluzioni politicamente scorrette per metterla al bando, così da poter evitare la competizione con essa, ogni riedizione di un film classico curato personalmente da Walt Disney e dai suoi stretti collaboratori (i “Nine Old Men”) continua ad ottenere un successo universale maggiore di quello che raggiunge qualunque remake o succedaneo venga realizzato per oscurarne la memoria. Contro ogni tendenza all’aggiornamento tridimensionale e iperrealistico del mondo dell’animazione digitale, quei classici smentiscono ogni teoria sull’inevitabile invecchiamento delle opere del passato. Le favole animate di Walt Disney si sono ormai aggiunte nella memoria collettiva ai classici letterari per l’infanzia, e, anziché sostituirli, ne promuovono esplicitamente la lettura proponendosi come varianti degne di rimanere al loro fianco. Attraverso questo Laboratorio, che continua il lavoro da noi iniziato sin dai tempi in cui costituimmo il nostro Istituto, ci adopereremo per rendere esplicito quel patrimonio di regole del gioco e di soluzioni magistrali che Walt Disney ha elaborato e ha fornito ai suoi collaboratori come un prezioso «know how», che, anziché limitare la loro creatività, ha stimolato e accresciuto le loro capacità di creare i capolavori di cui ora possiamo godere e da cui possiamo imparare come si costruisce un perfetto classico dell’animazione. Quella cura con cui Walt Disney ha seguito personalmente ogni suo capolavoro dall’ideazione alla promozione, la stessa che lo ha fatto apparire – agli occhi inesperti – uno spietato dittatore non rispettoso della libertà dei suoi collaboratori, ha reso possibile la nascita di racconti di animazione che nulla hanno da invidiare, per complessità, a opere di altri ambiti della narrazione artistica. Ogni corto- o lungo- metraggio nato sotto la guida scrupolosa di questo maestro della narrazione poliespressiva può essere considerato e studiato come un’opera musicale a tutti gli effetti; proprio come nei capolavori del teatro musicale ogni piano espressivo corrisponde infatti ad un diverso piano narrativo e interagisce complementarmente con gli altri. Quello che Disney ha fatto con progetti come Fantasia non è stato altro che esplicitare ciò che ha fatto implicitamente in ogni altro suo capolavoro, dove la musica non smette mai di comporre le scene – non di accompagnarle – e dove le immagini non sono subordinate alla parola ma anzi lasciano alla parola quel poco spazio destinato dall’autore al «dire», dal momento che la maggior parte delle informazioni passa per gli altri piani compositivi. In questo Laboratorio, ricreando le funzionalità della Bottega Disney, realizzeremo per voi ciò che vi occorre per entrare nella testa di questo autore, per renderlo maestro non solo dei suoi collaboratori storici ma di chiunque vorrà, con la pazienza e umiltà di un collaboratore ideale, apprendere la sua insuperata lezione di metodo.

Come lo farebbe Orson Welles?

Come si può fare tantissimo con pochissimo, cioè creare grandi capolavori spendendo quanto si spenderebbe per realizzare piccoli film amatoriali? Come si può diventare un autore «one man band» senza scalare e dirigere una Major? Come si può elaborare un progetto di messa in scena di un testo classico che sia al contempo rispettoso e originale? Come si può realizzare un’interpretazione scenica di un capolavoro letterario o teatrale creando un nuovo capolavoro per il grande o piccolo schermo? Come si può rielaborare il medesimo racconto in forma «monoespressiva» per la radio e «multiespressiva» per il cinema? Come si può contribuire a far conoscere innumerevoli capolavori letterari attraverso adattamenti audio e video senza ridurli a succedanei divulgativi senza qualità? Come si può trasformare il «racconto filosofico» letterario di tradizione umanistica in «film saggio»? Come si crea un racconto verosimile ma falso oppure vero ma incredibile, e come si creano falsi documentari e veri film usando tanto materiale finzionale quanto materiale documentario? Come si crea un nuovo film correlando materiali audiovisivi preesistenti? Come si narra stando dietro e al contempo davanti alla macchina da presa? Come si promuove un capolavoro confondendo il personaggio con l’attore e recitando sia dentro che fuori dallo schermo? Come si creano film e insieme «metafilm», racconti e lezioni sulla costruzione dei racconti stessi utilizzando sempre la forma narrativa drammatizzata? Tutte queste domande possono trovare risposta studiando l’opera di un «autore polivalente», capace di eccellere nell’arte della messa in scena in ogni sua forma, dalla radio al palcoscenico al cinema. Lo studio dei suoi progetti, attraverso i Cicli di Lezioni e i Sistemi di Studio che prepareremo per voi, vi consentirà di ridefinire l’idea stessa di interpretazione scenica: come risultato di un’analisi sistematica delle possibilità consentite dal progetto autoriale da mettere in scena, come scelta di mutare prospettiva per narrare il medesimo intreccio di storie e privilegiare un diverso punto di vista, o ancora come elaborazione di un nuovo intreccio per esplorare il medesimo labirinto narrativo. Grazie ai complessi progetti di questo autore potremo prendere in esame anche la sua eccezionale capacità di dare al racconto una forma non lineare, o meglio reticolare, prevedendo la possibilità di riordinare/rimontare le medesime scene correlandole diversamente tra loro e con altri racconti per indurre lo spettatore a compiere salti non solo lungo la linea temporale ma anche mutando i punti di vista pertinenti per narrare le storie dei protagonisti. In questo quadro riprenderemo in esame anche i progetti solo avviati o rimasti incompiuti di Welles; studieremo i modi con cui, ad esempio, ha immaginato una serie televisiva in cui l’autore stesso, in scena, suggerisca e argomenti cambi di prospettiva durante la narrazione; e, ancora, prenderemo in esame i modi in cui egli ha elaborato l’adattamento e l’integrazione di una serie di racconti di Karen Blixen. Il Laboratorio che abbiamo deciso di dedicare a questo umanista contemporaneo, narratore e studioso della tradizione umanistica, ci permetterà di ricavare dalla sua opera nuovi strumenti cognitivi   per farvi acquisire la sua lezione di metodo narrativo. Adottando come maestro uno studioso e sperimentatore di forme narrative come Orson Welles potrete fare un salto qualitativo nella concezione del racconto audiovisivo o più propriamente multimediale; ripenserete alla narrazione come racconto a più voci, più piani, e più forme espressive, e considererete l’intreccio come un percorso possibile e interessante – ma non esaustivo – all’interno di un labirinto reticolare costruito dallo stesso autore per creare correlazioni tra racconti, tra i suoi ma anche tra quelli di coloro che egli ha assunto come suoi interlocutori, maestri e allievi di arte narrativa. I modi con cui Orson Welles ha concepito i suoi progetti, sfidando i partner e gli spettatori ad accettare le sue le innovazioni e a crescere per apprezzarle, sono certamente l’oggetto ideale per la nostra Bottega; e di conseguenza sono materia ideale per gli strumenti che avrete a disposizione nella nostra Scuola e negli altri Ambienti di Studio, dove condivideremo con voi tutto quanto abbiamo tratto e trarremo, in questo Laboratorio, dallo studio multiprospettico di un’opera tanto appassionante quanto incomprensibile da un punto di vista strettamente cinematografico.

Come lo farebbe Roberto Rossellini?

Come si raccontano storie incredibili in modo verosimile e storie verosimili in modo incredibile? Come si raccontano le storie leggendarie della nostra Civiltà in forma di racconti esemplari, parabole e decaloghi per rappresentare conflitti e sentimenti universali che attraversano le storie di ogni tempo e luogo? Come si trasforma la narrazione saggistica in narrazione drammaturgica? Come si fanno dialogare indirettamente studiosi, filosofi, scienziati attraverso personaggi loro doppi all’interno di un (meta-)racconto che esplori le correlazioni tra racconti preesistenti ad esso? Come si parla di scienza attraverso l’arte e come si studia l’arte attraverso la scienza? Come si fanno collaborare autori e studiosi distanti nello spazio e nel tempo coinvolgendoli in un grande progetto poli-enciclopedico? Come si crea una multi-enciclopedia e come si può, a questo scopo, usare il cinema come collante di documenti in ogni forma mediale ed espressiva? Come si può far interagire il cinema con la letteratura, il teatro e la pittura? Come si possono raccontare storie in una forma documentaria e insieme  finzionale? Come si crea una Serie realizzando film indipendenti e correlati? Come si crea un Sistema Reticolare correlando da molteplici prospettive film e documenti in ogni forma espressiva realizzati separatamente da diversi autori e studiosi? Come si rifunzionalizza materiale di repertorio all’interno di un nuovo progetto narrativo? Come si riraccontano implicitamente i classici della tradizione umanistica e come si fanno dialogare implicitamente i loro autori all’interno di un medesimo nuovo racconto? Come si fanno recitare anche gli attori non professionisti facendoli interagire con attori professionisti? Come si integrano tra loro lo studio scientifico, la didattica interdisciplinare e la narrazione artistica? Come si creano racconti multiprospettici e multiplanari? Come si fa a raccontare insieme le storie e la Storia? Come si possono concepire insieme diversi piani enciclopedici facendo in modo che ogni racconto possa essere considerato una voce di diverse enciclopedie compresenti e correlate, come prospettive complementari di studio e di narrazione? Per rispondere a queste domande, che invitano a esplorare ambiti non esclusivamente cinematografici, ogni nostro collaboratore, in questo Laboratorio, e poi ogni nostro utente, nei diversi ambienti di Studio, dovrà indossare quei panni da umanista ed enciclopedista che lo stesso Rossellini costringeva ad assumere ai propri collaboratori, per poter affrontare con loro progetti complessi non gestibili attraverso la riduttiva prospettiva cinematografica. In questo Laboratorio completeremo lo sviluppo dei Cicli di Lezioni, dei Progetti Espositivi, Editoriali e Cinematografici, e soprattutto del Sistema di Studio Reticolare dedicato al progetto Polienciclopedico Rosselliniano, a cui ci dedichiamo da molti anni. I risultati di questo lavoro, che abbiamo presentato in forma parziale e prototipale in occasione del Centenario Rosselliniano, vi consentiranno di scoprire non solo un Rossellini sconosciuto – soprattutto a chi fino ad oggi lo ha considerato solo un cineasta – ma anche una materia in gran parte sconosciuta persino a chi conduce studi umanistici. Noi cercheremo di completare il suo progetto educativo e formativo, e di realizzarlo adeguatamente con mezzi tecnologici multi- e iper- mediali di cui Rossellini necessitava ma non poteva disporre. Raccogliendo e sviluppando le sue idee sparse in una quantità di scritti e progetti riporteremo alla luce la rete delle correlazioni che lui iniziò a tessere per rappresentare i legami impliciti tra ogni progetto e ogni bottega di umanisti del passato e del presente; e, riprendendo il suo paziente e ampio studio interdisciplinare, indagheremo, esploreremo e racconteremo, su più più piani enciclopedici, le connessioni profonde tra racconti che su un piano rappresentano momenti di crisi e rinascita della nostra Civiltà, su un altro piano scontri e incontri con altre Civiltà, su un altro piano ancora i conflitti morali che attraversano le storie universali e archetipiche di ogni tempo luogo e forma espressiva, e infine su un ulteriore piano rappresentano modi di narrare che legano il cinema al teatro  alla pittura e alla letteratura come forme e soluzioni di un unico grande manuale di narrazione poliespressiva.  La ripresa del più ambizioso progetto ideato da Roberto Rossellini, per ricucire lo strappo tra la contemporaneità e la tradizione umanistica, assume ancor più valore ora che la tradizione umanistica stessa è giudicata ideologicamente come un fenomeno di cui vergognarsi, da condannare senza distinzioni assimilandolo al più pericoloso colonialismo. Dagli studi che condurremo in questo Laboratorio trarremo molti strumenti formativi ed educativi, con i quali, tra l’altro, imparerete come le immagini pittoriche si animino e come i testi scientifici si drammatizzino all’interno di un unico racconto audiovisivo, e come il cinema stesso possa essere incluso in un più ampio Sistema Reticolare di narrazione e conoscenza, come un mezzo tra gli altri per rappresentare e collegare documenti preesistenti e progetti di tanti autori che ora finalmente potranno mostrare come dialoghino tra loro al di là dei confini temporali, geografici e mediali.

Come lo farebbe François Truffaut?

Come si raccontano film come se fossero romanzi e romanzi come se fossero film? Come si fanno incontrare personaggi letterari, appartenenti a diversi racconti, nello spazio/tempo di un film e facendo vestire loro i panni di ulteriori personaggi loro doppi impliciti? Come si trasformano tante fonti letterarie in un un unico film originale? Come si crea una Saga seguendo la crescita dei medesimi personaggi e dei medesimi attori dall’adolescenza all’età adulta attraverso diversi film indipendenti e correlati tra loro? Come si possono meta-narrare cinematograficamente i modi con cui gli autori raccontano storie complesse immaginandole come romanzi, drammi teatrali o commedie cinematografiche? Come si può usare il cinema per spiegare come funziona la narrazione artistica? Come si può diventare autori creando un team di collaboratori in grado di sviluppare ognuno una parte di un progetto autoriale complesso, e ottenere infine la qualità desiderata? Come si arriva a creare un progetto autoriale partendo da fonti letterarie e giungendo a una sceneggiatura definitiva che sintetizzi il lavoro di diversi sceneggiatori? Come si può fare cinema manipolando una materia artistica preesistente e proveniente da diversi ambiti non cinematografici? Come si raccontano insieme storie di vita straordinarie e fiabe immortali? Come si può far nascere lo straordinario dall’ordinario all’interno della narrazione? Come si possono far recitare insieme attori non professionisti e attori professionisti sottoponendo entrambi a prove attoriali ben lontane dai modelli e dai ruoli del cinema di genere? Come si fa a raggiungere una propria identità autoriale acquisendo le tante identità dei propri maestri, ovvero come si fa ad essere degni allievi di più maestri? Per rispondere a queste domande vi faremo entrare nei progetti dell’autore che più di altri ha raccolto l’eredità dei “Maestri del Segreto Perduto”, che si è fatto adottare e ha adottato numerosi grandi autori non solo cinematografici, i quali, pur avendo vissuto spesso nell’indifferenza reciproca, hanno avuto in lui un erede capace di integrare la loro lezione in un cinema al tempo stesso originale e rispettoso delle proprie origini. Attraverso i Cicli di Lezioni e i Sistemi di Studio che dedicheremo, in questo laboratorio, a questo straordinario autore e cantastorie, potrete apprendere la lezione di coloro che gli hanno insegnato a fare un cinema adeguato a rappresentare e integrare le vette più alte raggiunte dalla letteratura, dal teatro, e dalla musica della nostra Tradizione Umanistica. Negli Ambienti di Studio in cui distribuiremo i risultati del lavoro svolto in questo Laboratorio imparerete a usare la letteratura, la pittura, la musica e le immagini pittoriche all’interno di uno stesso progetto filmico, padroneggiando quella narrazione multiespressiva in cui ogni forma espressiva abbia lo speso peso delle altre e non dipenda dalle altre, in cui la voce del cantastorie possa guidare lo spettatore in un viaggio tra storie e modi di raccontarle.

Come lo farebbe Steven Spielberg?

Come si fa a portare nel cinema di attori – e di solito rivolto ai soli adulti – anche le favole e le fiabe di tradizione popolare e i capolavori letterari per l’infanzia? Come si fa a riraccontare le fiabe mescolandole tra loro come solo un bravo cantastorie sa fare? Come si fa a portare nella narrazione per l’infanzia anche quella per gli adulti e creare un ponte tra le due? Come si fa ad essere al contempo allievi di autori per l’infanzia e di autori per adulti? Come si fa ad essere gli eredi di grandi scrittori di avventure straordinarie usando il cinema per continuare a narrarle? Come si può far riprovare agli spettatori le stesse paure, gli stessi conflitti, le stesse tensioni dei racconti della nostra infanzia raccontando storie apparentemente non correlate ad esse? Come si fa a soddisfare con lo stesso film un pubblico composto tanto da bimbi quanto da adulti? Come si fa a creare capolavori che diano ad ogni spettatore non ciò che si aspetta ma ciò che è preparato a cogliere, e che al contempo lo inducano a crescere per poter scoprire e apprezzare molto altro? Come si fa a coinvolgere lo spettatore, a tenere la sua attenzione a sorprenderlo dandogli sia ciò che vuole ritrovare sia tanto di più? Come si fa a riraccontare con la narrazione multiespressiva capolavori per l’infanzia senza rovinare ciò che l’immaginazione crea dall’ascolto di fiabe e storie fantastiche narrate da bravi cantastorie? Come si fa a diventare cantastorie di adulti oltre che di bambini? Come si fa a creare labirinti narrativi e a sfruttarli per raccontare più storie da essi? Come si fa a manipolare il materiale narrativo ed espressivo dei grandi archetipi per creare nuovi racconti e persino nuovi archetipi? Come si fa a narrare avventure straordinarie con protagonisti ordinari? Come si fa a fondere il cinema di attori con il cinema di animazione? Come si fa a creare successi che durino per sempre? Come si fa a essere al contempo eredi dei più grandi autori del passato, e maestri di nuovi autori del futuro? Come si fa a far recitare i bambini rendendoli protagonisti e piccoli eroi senza banalizzare i racconti? Come si fa a rendere credibile il fantastico e fantastico il verosimile? Come si fa a narrare storie incredibili e al contempo racconti morali nello stesso film? Come si fa a creare veri film che sembrino veri documentari? Come si fa a fondere ogni modalità narrativa in uno stesso film passando dalla commedia alla tragedia? Come si fa a continuare il lavoro dei maestri facendo film come se li avessero fatti loro? Come si fa a occupare posti usualmente occupati dalla cultura di massa portando la qualità a coloro che sono abituati a fruire solo la quantità? Come si fa a realizzare grandi successi che siano insieme film autoriali? A queste domande potremo dare risposte adeguate attraverso i Cicli di Lezioni e i Sistemi di Studio che svilupperemo in questo Laboratorio dedicato all’autore nostro contemporaneo che più di ogni altro ha saputo fondere nel suo cinema quello dei suoi padri, facendo insieme un cinema di tradizione e innovazione, sperimentando le nuove tecnologie e al contempo rispettando le regole e le strategie dei maestri della narrazione artistica non solo cinematografica.